Conoscere la sfida
Il diabete mellito è una malattia nella quale l’organismo, a causa di un difetto di secrezione e/o di azione dell’insulina, non è in grado di utilizzare lo zucchero presente nel sangue che si accumula alzando la glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue). Queste alterazioni del metabolismo degli zuccheri sono, spesso, accompagnate da quelle dei grassi e delle proteine. Esistono due principali forme di diabete mellito: il diabete di tipo 1, insulino-dipendente, che colpisce prevalentemente i bambini e gli adolescenti (ma non è rara la sua comparsa in età adulta e senile) e il diabete di tipo 2 che colpisce soprattutto gli adulti, soprattutto in sovrappeso.
È una malattia in rapida crescita in tutto il mondo Occidentale. In Italia colpisce più di 3 milioni di persone e in Europa entro il 2035 si conteranno oltre 52 milioni di pazienti. Senza contare tutti quelli che hanno il diabete e non lo sanno. Perché è una malattia subdola che agisce in silenzio per anni e quando si fa sentire ha già provocato parecchi danni, soprattutto al cuore. Non la trascurare e periodicamente fai la misurazione della glicemia, soprattutto se in famiglia ci sono persone che soffrono di diabete. E’ una sfida che si può prevenire e comunque tenere sotto controllo.
Contrariamente a quanto si pensi, le donne diabetiche rischiano più degli uomini di incorrere in malattie cardiache: dipende dagli ormoni e dal comportamento.
I fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo del diabete mellito si possono dividere in non modificabili e modificabili.
I fattori di rischio non modificabili sono:
● Età: dopo i 45 anni il rischio di sviluppare il diabete aumenta notevolmente. Oltre il 62% dei diabetici in Italia ha più di 65 anni.
● Familiarità: chi ha familiari consanguinei (genitori o fratelli/sorelle) con il diabete è più a rischio di sviluppare la malattia.
I fattori di rischio modificabili (ai quali fare particolare attenzione soprattutto se si è avanti con gli anni e c’è familiarità con la malattia) sono:
● Sovrappeso/Obesità
● Sedentarietà
● Ipertensione arteriosa
● Dislipidemia
● Fumo e consumo di alcool
Il diabete di tipo 2 in molti casi si può, e si deve, prevenire adottando uno stile di vita corretto, con un’adeguata attività fisica e tenendo sotto controllo la bilancia. Poiché è una malattia silenziosa è opportuno ogni tanto fare la misurazione della glicemia in modo da vedere se i valori sono nella norma oppure si stanno alzando verso una condizione di pre-diabete se non addirittura di diabete. Intervenire presto è importante per evitare che il diabete, in silenzio, provochi seri danni al sistema cardiovascolare.
Spesso ci si accorge di soffrire di diabete di tipo 2 quando le conseguenze sono già evidenti e questo perché per anni (anche 5, 10 anni) la malattia rimane silenziosa e senza sintomi. Ecco perché è importante controllare ogni tanto la glicemia (è un semplice esame del sangue), anche prima dei 40 anni, soprattutto se in famiglia genitori o fratelli soffrono di diabete mellito. Attenzione deve farla anche chi è ‘a rischio’ perché in sovrappeso, iperteso e comunque segue una vita poco sana e molto sedentaria. Se i valori della glicemia sono uguali o superiori a 126mg/dl in due occasioni allora è bene indagare più a fondo perché potrebbe esserci una condizione di diabete. Un altro esame del sangue molto importante è l’emoglobina glicata (HbA1C). Se la glicemia è la ‘fotografia’ della quantità di zuccheri nel sangue al momento del prelievo, la glicata – invece – mostra il valore medio del glucosio nel sangue nei tre mesi precedenti. È un esame importante se si soffre di diabete di tipo 2 perché se eseguito almeno due volte l’anno permette di capire l’andamento della malattia e se le terapie riescono a mantenere il diabete sotto controllo.
Il diabete mellito se non tenuto sotto controllo può provocare serie conseguenze a vari organi e tessuti. Danni più o meno gravi sono osservabili nell’occhio (retinopatia), nel rene (nefropatia), nei nervi (neuropatia), nelle arterie (vasculopatia) e nel cuore (cardiopatia). In alcuni casi le conseguenze sono presenti già al momento della diagnosi perché per anni (anche 5-10) il diabete può restare silente e agire senza dare sintomi.
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