Conoscere la sfida
Spesso alti livelli di colesterolo nel sangue – soprattutto il cosiddetto “colesterolo cattivo o LDL” – non fanno paura perché non danno sintomi evidenti. Al massimo la preoccupazione è per qualche chilo di troppo segnato dalla bilancia. Invece, in silenzio, l’ipercolesterolemia provoca seri danni al cuore ed è importante intervenire precocemente, con un corretto stile di vita, una giusta dieta, un po’ di movimento e, quando serve, una terapia adeguata.
L’ipercolesterolemia – e cioè alti livelli di colesterolo nel sangue – contribuisce allo sviluppo dell’aterosclerosi, una malattia delle arterie che può portare all’infarto e ad altre gravi forme di malattie coronariche, cerebrovascolari (ictus cerebrale) e delle arterie degli arti inferiori.
Ma non ti spaventare! Non ti aspetta una vita di sacrifici, una dieta punitiva ed estenuanti sedute in palestra! Uno stile di vita sano non è fatto di privazioni. Qui potrai trovare consigli utili e molte informazioni. Perché per vincere una sfida bisogna conoscere il nemico da combattere!
La menopausa aumenta il rischio per le donne di incorrere in malattie cardiovascolari, motivo per cui è fondamentale tenere sotto controllo il colesterolo.
Il colesterolo è un grasso presente nel sangue. Viene prodotto dall’organismo e, in minima parte, è introdotto con l’alimentazione e quindi con la dieta. Quando è presente in quantità eccessive rappresenta uno dei fattori di rischio maggiore per il cuore.
Il colesterolo presente nel sangue viene trasportato attraverso le lipoproteine e ce ne sono di due tipi: colesterolo lipoproteico a bassa densità o c-LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) che deposita il grasso in eccesso nelle arterie e colesterolo lipoproteico ad alta densità o c-HDL (colesterolo buono) che favorisce al contrario la rimozione del colesterolo dal sangue proteggendo cuore e vasi. Il colesterolo totale è la somma di c-LDL+ c-HDL.
Nell’ipercolesterolemia familiare esiste una relazione più o meno stretta tra elevati valori di colesterolo nel sangue e particolari “anomalie genetiche”.
Per la salute del cuore bisogna considerare l’ipercolesterolemia familiare nel complesso delle dislipidemie. Le dislipidemie sono delle alterazioni del metabolismo dei lipidi circolanti (Colesterolo totale, Colesterolo LDL, Colesterolo HDL, Trigliceridi) che includono l’ipercolesterolemia. La forma di dislipidemia familiare più importante è la iperlipidemia combinata familiare, talora detta anche “iperlipidemia mista familiare” o “ipercolesterolemia combinata familiare”. In questa forma i trigliceridi sono superiori a 200 mg/dl ed anche il colesterolo è elevato.
È molto importante verificare se la dislipidemia è di origine primitiva, cioè una malattia a sé stante o sia invece secondaria ad altre malattie o condizioni: tra queste bisogna valutare il diabete, l’ipotiroidismo, l’insufficienza renale cronica, l’epatopatia “colestatica”; infine anche alcuni farmaci che possono alterare i livelli di colesterolo.
L’accumulo di materiale lipidico sulla parte interna delle arterie è chiamata aterosclerosi. Si formano delle placche che possono rallentare o bloccare il flusso sanguigno portando, ad esempio, all’infarto cardiaco.
I fattori di rischio determinanti nello sviluppo delle malattie cardiovascolari includono età, sesso, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, diabete, stress, sovrappeso, sedentarietà, consumo di alcool e fumo alcuni dei quali sono chiaramente non modificabili.
È confermato che il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e aterosclerotiche cresce con l’aumentare dei valori del colesterolo circolante. Per questo è importante, quando necessario, seguire terapie adeguate.
Esistono solide evidenze scientifiche che hanno permesso di correlare in maniera lineare la riduzione degli eventi cardiovascolari alla riduzione del colesterolo LDL o “colesterolo cattivo”.
La riduzione dell’ipercolesterolemia può essere ottenuta con opportuni provvedimenti igienico-dietetici e con farmaci. Le misure igienico-dietetiche prevedono l’aumento dell’attività fisica, una corretta educazione e conseguente dieta, la riduzione del consumo di alimenti ad alto contenuto di colesterolo. Questi provvedimenti devono essere combinati, quando necessario, con la terapia farmacologica, per ridurre la colesterolemia e, quindi, per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e aterosclerotiche.
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